Egreen

Intervista

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Con l'annuncio di non essere più un membro dell'Unlimited Struggle, Egreen aveva dichiarato l'uscita di un nuovo album, ma non prima di aver regalato ai propri fan il secondo capitolo della serie ‘Entropia’, quella storicamente più sperimentale per il rapper di Bogotà. Abbiamo parlato con lui di questo ma anche della sua storia e di come le sensazioni lo influenzino di più che il suo bagaglio culturale

Ciao, come stai e cosa stai facendo in questo periodo?

Ciao a voi, sto lavorando (ora in ufficio), tanto per cambiare haha.

Raccontaci un po’ di te, come è nata la tua passione per la musica?

Per caso ovviamente, ero negli stati uniti, ho sentito cose, sono impazzito, sono cresciuto, mi sono incuriosito, ho scavato e scavato e scavato. Poi ho ascoltato e ascoltato e ascoltato. Poi ho fatto.

Quando hai capito che sarebbe diventato il tuo lavoro?

In realtà non lo è ancora purtroppo, conduco una doppia vita a pieni ritmi da almeno 3 anni .

Che musica ascolti generalmente?

Rap NewYorkese dal 95 allo 05 (generalmente).

Hai viaggiato molto e conosciuto molte culture, cosa metti nella tua musica?

Istinto, rabbia, tristezza, passione, ambizione. Credo i 5 punti cardini che mi hanno sempre "smosso" qualcosa dentro. Ecco, più che esperienze di vita o bagagli culturali, trasudo sicuramente più le "sensazioni" nella maniera più grezza e diretta del termine. Inconsciamente però, sicuramente quello che ho vissuto svolge un ruolo fondamentale nel processo creativo.

Quali differenze trovi tra la scena rap italiana e quella americana?

Enormi, abissali, nel male e nel bene. In primis la storicità del fenomeno e l'impatto sociale totalmente diverso. Ad ogni modo, credo sia molto più "sano" fare un'analisi tra due realtà europee più che con gli stati uniti, ma non è questo il luogo.

Parlaci del tuo ultimo lavoro Entropia 2

Non c'è granchè da dire, avevo dei pezzi pronti, alcuni pronti da parecchio tempo e ho dovuto prendere una decisione: Buttare tutto fuori in un'unico progetto (idea iniziale) oppure scegliere le tracce che si discostavano più a livello di sonorità dalle altre e fare uscire un EP?
Bhè, ha avuto la meglio la seconda dopo aver ricevuto anche pareri da amici e persone della mia cerchia in merito a cosa fare. Ricevere consigli è una cosa preziosa, ascoltarli a volte richiede il mettersi in gioco, ma se alla fine tutto viene fatto con positività nell'ottica di raggiungere un buon risultato, è tutto a posto.

Il primo singolo è “Non Cambio”, quale messaggio volevi dare a chi ti ascolta?

Il pezzo parla da solo.
Ad ogni modo, semplicemente il fatto che con il rap io faccio quello che ho sempre fatto, ovvero, quello che mi pare. Non mi interessa chi c'è, chi va, chi non va, cosa va di moda, cosa dicono di ascoltare o di mettermi gli occhiali da sole al buio. NON MI INTERESSA.
Inoltre, da leggere un pò più tra le righe, sicuramente, il fatto che non sopporto che con la scusa dell'evoluzione oggi qualsiasi cosa possa essere etichettata come "rap".
Niente di personale, basta chiamare le cose per il nome corretto.
L'ho messa un po' sull'ironico, però insomma, non ci vuole manco un genio, diciamo

Se potessi scegliere un artista con cui fare una collaborazione chi diresti? E perché?

Ill Bill. E' semplicemente l'mc più forte del pianeta nonchè mio preferito di sempre. 5714 farragut road, brooklyn, new york.

Sei uno degli artisti rap che fa più live, qual è il tuo rapporto con il pubblico?

Fantastico, devo a loro e ai miei ragazzi, tutto.

Per concludere, cosa c’è in cantiere per i prossimi mesi?

BEATS & HATE (prossimo mio lavoro)

Ottobre 2014