Franco Ricciardi

Intervista

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Un cantautore che ama la sua terra e fa sentire con i suoi brani la voce degli abitanti di uno dei quartieri più difficili di Napoli. Con il suo nuovo disco vuole fotografare la società moderna in cui alcuni sono figli ed altri figliastri…

Ciao Franco come stai e dove ti trovi adesso?

Molto bene grazie, in questo momento sono a Napoli.

Raccontaci qualcosa di te, sei cresciuto in una famiglia molto numerosa... Come ha influenzato la tua carriera?

Sono il settimo di otto figli, cresciuto in periferia.

Come è nata la tua passione per la musica?

Ho sempre avuto voglia di fare musica. Per questo possiamo dire che non c’è mai stato un vero e proprio inizio.
La passione per la musica è nata assieme a me, o meglio credo che la musica abbia scelto me. Adesso faccio quello che prima sognavo, anche se alcune cose sogno ancora di farle.

Sei cresciuto a Secondigliano, come è cambiato il quartiere negli ultimi anni?

Il quartiere sta cambiando: c’è più riscatto, più voglia di crescere. Finalmente escono delle verità che non sono solamente quelle che si raccontano sui giornali o in televisione. A Scampia come in tutte le periferie del mondo ci sono persone per bene che vanno a lavorare e hanno voglia di crescere in una società giusta.

Pensi che anche la tua musica possa aiutare il quartiere e i suoi abitanti?

Lo mi auguro di si sinceramente.. io assimilo le emozioni che mi da la vita e poi cerco di mettere queste emozioni nelle canzoni. Se poi arrivano alla gente che mi ascolta mi fa molto piacere.
Credo di essere un piccolo esempio in mezzo a tantissimi altri. Ho sempre avuto tantissima voglia d’imparare: ancora tuttora cerco d’imparare per poter poi trasmettere la mia esperienza alle persone che mi seguono.

Hai fatto moltissime collaborazioni, come sono nate?

Amo le collaborazioni: in questo disco ho fatto diverse collaborazioni tra cui una con Rocco Hunt e una con Enzo Dong. Entrambi i brani sono pezzi che avevo cantato diversi anni fa e ho voluto riproporre in questo disco.

Parlaci del tuo nuovo album, hai decisamente cambiato il tuo sound…

Nel mio album, composto da 14 tracce, ho voluto fotografare com’è il mondo oggi, un mondo fatto da figli e figliastri.
Dal punto di vista del sound, mi piace essere molto camaleontico: non mi va di imprigionarmi in un solo stile, ma mi piace spaziare…diciamo che sono un infedele sotto questo punto di vista!

Cosa vuol dire il titolo?

Il titolo vuol dire quello che dice, ognuno poi lo interpreta a modo suo. Si può essere in determinati contesti figli e in altri figliastri. Io sono vittima sia dell’essere figlio che dell’essere figliastro...

Come nascono le tue canzoni? Qual è il processo creativo?

Il processo creativo è fatto veramente con molta semplicità. Io e D-Ross andiamo nella nostra “sala parto” e da lì parte tutto quanto: D-Ross mette su un beat e iniziano a prendere forma le prime idee. Essendo poi io un compositore già vedo le parole nella musica.
Bisogna solo capire melodicamente dove si vuole andare. Noi non ci ragioniamo tanto, ci piace che le nostre canzoni nascano spontaneamente… A ragionare non viene una cosa di stomaco!

Quali sono le tue principali influenze musicali?

Mi piacciono tutti i generi musicali. Ascolto di tutto perché credo che non si debbano avere limiti musicali. Io non ho limiti, ascolto dalla musica napoletana, al soul, al rap, all’hip hop, al rock e al jazz. A me interessa provare emozione… quando una canzone mi produce un’emozione vado a vedere di cosa si tratta.

Ti ricordi il primo disco che hai acquistato e il primo concerto a cui sei andato?

Il primo disco che ho acquistato è stato il 45 giri di Christopher Cross: ero piccolino, avevo 13 anni e mia mamma mi regalò questo disco. Ricordo ancora che in copertina c’era l’immagine di un fenicottero. Invece il primo concerto che ho visto è stato al Bosco di Capodimonte, a Napoli, ed era Teresa De Sio. Era forse il 1982/1983.

Quale musica stai ascoltando ultimamente? Potresti consigliare qualche disco ai nostri clienti?

Ce ne sono tanti belli: in questo momento mi sento di consigliare il nuovo disco di CapaRezza. Mi piace, è molto interessante perché è molto vicino alla propria terra.
Davero bello!

Per finire, quali sono i tuoi progetti per il resto del 2014?

I progetti sono tantissimi. Ho avuto la grande soddisfazione di avere la nomination al David di Donatello il 10 giugno grazie al film di Manetti Bros “Song ‘E Napule” dove partecipo sia come attore che come autore di due brani della colonna sonora…Incrociamo le dita!!
Per me è stata una grande vittoria già l’aver ottenuto la nomination, però se riuscissimo a vincere sarebbe davvero bello!

Maggio 2014